Mauro Sandrini: eliminare il caso in classe con una didattica attiva

Mauro Sandrini è un insegnante di matematica presso l’Istituto tecnico Morigia Perdisa a Ravenna e ha raccontato al podcast Insegnanti al microfono come la teoria fisica del caos gli abbia dato l’intuizione per mettere a punto una metodologia didattica innovativa e originale per gestire e motivare il gruppo classe degli studenti.

Innanzitutto da matematico dice che un problema è tale solo se esiste, anche solo intuitivamente, una soluzione. Dalla fisica ha capito che il caos è l’inizio di una soluzione anche in classe. E’ arrivato ad elaborare questo metodo didattico, spiegato e sistematizzato nel libro “Eliminare il caso in classe” e divulgato in tanti incontri di formazione che si trovano elencati nel suo sito, perché all’inizio della sua esperienza da insegnante tornava a casa molto stanco e appesantito dall’eccessivo rumore e confusione presente nelle sue classi. Così ha cercato in letteratura del materiale per trovare una soluzione e gli studi di area anglosassone sono stati quelli più ricchi di spunti, ma troppo generici. Ha rielaborato in chiave “italiana” e personale un approccio originale alla classe, sia per gestire e contenere il rumore, il brusio che solitamente c’è nelle aule a causa del chiacchiericcio degli studenti sia e soprattutto per creare una relazione positiva, di fiducia e di collaborazione con gli alunni.

E’ un metodo standardizzato per cui si può applicare ad ogni ordine e grado di scuola e ad ogni disciplina.

Uno degli strumenti che ha elaborato ed inventato è il cosiddetto “casinometro“, cioè un fonometro che aiuta a stabilire una regola per tutti. Questo approccio si basa sul modello di metacognitivo con pochi elementi essenziali, così l’insegnante ha più tempo da dedicare ai contenuti della materia e non ‘perdere’ tempo a richiamare l’ordine, il silenzio e l’attenzione continuamente.

Secondo Mauro la scuola italiana, nonostante molte difficoltà, è bella perché esiste ancora la possibilità di gestire in autonomia alcune cose, e soprattutto vi è la libertà di insegnare, che non è mai scontata. Invece è negativamente appesantita e danneggiata dalla vetustà e fragilità delle infrastrutture, degli edifici scolastici. Occorre rimodernare anche le strutture per poter implementare la didattica.

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