Silvia Ferrari: il metodo AMO per l’apprendimento personalizzato

La maestra Silvia Ferrari da anni è impegnata nella scuola primaria per rendere più partecipativo, interessante ed efficace l’apprendimento dei suoi alunni e alunne. Così ha raccontato in esclusiva al podcast Insegnanti al microfono il suo metodo innovativo denominato AMO, da amore, lo stesso che lei mette nel suo lavoro a scuola e che permette a ciascun studente e studentessa di prendersi cura di sé e degli altri per imparare in modo efficace. Fin da bambina le piaceva fare la maestra e applicava la sua passione con la sua nonna, che volentieri si prestava a questo gioco. Dopo una prima esperiezna lavorativa in altri settori, è entrata nella scuola ha cercato di trovare sempre un modo per far apprendere tenendo conto delle differenze e delle caratteristiche dei singoli alunni, senza però creare disuguaglianze nelle conoscenze e negli obiettivi. Con il tempo si è accorta che c’era necessità di trovare nuovi stimoli, approcci, materiale per i suoi alunni. I libri di testo non erano sufficienti per rispondere ai bisogni specifici dei singoli alunni, e alle diverse norme legislative scolastiche così ha elaborato materiale, strumenti e risorse didattiche per rispondere alla loro individualità. E’ nato in questo modo il metodo AMO, che parte dalle emozioni e dalle esperienze personali, e utilizza il gruppo classe nell’ottica degli obiettivi, dell’aiuto reciproco perchè ognuno ha un ruolo per gli altri. A ciascuno il suo percorso. Per fare un esempio, nella conoscenza della lingua italiana all’inizio non si guarda alle regole grammaticali, così per le lettere e le parole, come la R, la maestra Silvia chiede a ciascuno di portare a scuola o cercare in classe un oggetto con la R, di descriverlo, di raccontare quale emozione suscita, di inventarsi una storia, ecc. Ogni oggetto si anima. E’ un metodo che ha ideato lei stessa, e che vorrebbe pubblicare, avendo già scritto un protocollo. Ha le sue basi scientifiche sulla didattica, fondamentalmente simile alla flipped classroom, ispirato al grande Gianni Rodari con al centro gli oggetti e i sentimenti. Inoltre si coinvolgono le famiglie. Si può applicare a tutte le classi e a tutte le materie, con le dovute accortezze. Con questo approccio i bambini sono più motivati, più sereni e soddisfatti, anche perchè il gruppo diviene una risorsa e non un ostacolo o una massa anonima o competitiva.

Secondo la maestra Silvia la scuola italiana è troppo penalizzata dal turno over degli insegnanti, che non riescono a dare continuità; così come la continua produzione di norme che creano un perenne movimento e incertezza sul futuro, perchè prive di una prospettiva di lungo termine. Si dovrebbero utilizzare meglio i fondi del PNRR per ristrutturare le scuole che in molti casi sono obsolete e inadatte alla modernità.

Ma di contro c’è una spinta notevole dentro la scuola alla innovazione, che si sta diffondendo in maniera continua e capillare, grazie soprattutto a dirigenti scolastici e insegnanti più accorti e appassionati al loro mestiere.


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