
Simonetta Bini ha insegnato per tanti anni Italiano e Latino nei licei, ricoprendo poi incarichi dirigenziali. Ha raccontato al podcast Insegnanti al microfono come l’idea di diventare dirigente scolastico sia nata per poter avere un ruolo più incisivo nella scuola. Attualmente è dirigente al liceo Monti di Cesena. Il suo obiettivo è rendere la scuola accogliente per tutti gli allievi, in collaborazione con le realtà del territorio, al fine di far sperimentare ai ragazzi situazioni diverse, così da formare anche in maniera differenziata le loro competenze. Tra le tante opportunità, ad esempio, in una stessa mattina alcune classi erano impegnate nell’incontro con l’autore, nel caso particolare Daniele Mencarelli, altre a girare un breve filmato per un concorso nazionale, altre ancora ad ascoltare l’esperienza di un noto imprenditore. Molto spesso, quindi, si intrecciano attività curriculari in aula e altre che vengono ideate e proposte dai docenti, con personalità di spicco che possono costituire un modello. Questa apertura è una tradizione della stessa scuola, anche se non tutto il corpo docente è così pronto e disponibile all’innovazione e alla sperimentazione, ma l’evoluzione è nell’ordine delle cose. Il liceo aveva anche sperimentato in una classe un percorso senza voto, ma occorre tempo per preparare sia gli alunni e le alunne, sia i docenti e le famiglie a questa modalità. La valutazione è un diritto degli studenti, chiarisce e perfeziona il miglioramento e il cammino formativo dei ragazzi e va vissuta senza ansia.
L’innovazione è al centro della sua scuola ma non è fine a se stessa, viene portata avanti se serve all’istituto nel suo complesso. Occorre partire ascoltando i bisogni dei protagonisti della scuola per poter poi elaborare delle risposte il più possibile adeguate.
La scuola italiana prepara molto bene sulle competenze disciplinari, gli insegnanti sono in generale molto attenti agli studenti, fanno di tutto per interessarli ed evitare la dispersione scolastica. La conferma viene spesso dall’esperienza di studenti che vanno a studiare all’estero: si trovano ben preparati ad affrontare gli ambienti accademici esteri.
Un aspetto rilevante che la dirigente sottolinea è il fatto che sarebbe importante scegliere la professione di insegnante per passione e non per mancanza di alternative o per ripiego. A volte può accadere di trovarsi dietro una cattedra senza averlo veramente scelto, maturato e ponderato con adeguata preparazione. E’ un lavoro attrattivo, interessante e prestigioso, ma oggigiorno la società non percepisce più in questo modo il “nobile” mestiere dell’insegnante.