
Stefania Cornacchia ha raccontato al podcast Insegnanti al microfono che ha scelto di fare l’insegnante per il desiderio di compiere una scelta di militanza costituzionale. L’art. 3 Cost, infatti, compito della scuola è rimuovere gli ostacoli e combattere le disuguaglianze che limitano la partecipazione e la libertà di ciascuno. IN quel periodo storico, alla fine degli anni settanta il clima politico culturale era molto generativo, la scuola era stata coinvolta da tante riforme dal forte impatto educativo. Capitini diceva che l’educazione è liberazione e trasformazione della realtà attuale e il compito è portare la realtà all’altezza dei bambini e delle bambine spianando la strada alla carica innovativa dei giovani. Non si tratta d’indottrinare, quindi, ma di promuovere il come imparare, costruire un contesto educativo per cui ciascuno, interagendo con gli altri e gli oggetti culturali ha la competenza, il coraggio e l’autonomia di dire la propria idea, in modo che la cultura sia aperta e frutto di una costruzione cooperativa.
Ha iniziato nella sua terra natia, Chieti, per poi spostarsi in Umbria dove ha seguito per alcuni anni ad Amelia la ricerca della Casa Labortorio di Cenci. Da docente iscritta al Movimento di Cooperazione educativa ha lavorato per una visione di scuola come ambiente educativo cooperativo, mettendo in pratica alcune tecniche della pedagogia popolare come il testo libero e collettivo,le consersazioni scentifiche, la ricerca di gruppoa contatto con la natura.
Piano piano con l’avvento dell’autonomia scolastica, collaborando all’interno degli staff e tra docenti della scuola è stata consapevole del rapporto inscindibile tra organizzazione e didattica. Le innovazioni hanno necessità di una messa a terra all’interno di un curricolo agito dalla comunità professionale in stretto rapporto con il territorio. Questo l’ha spinta a dventare dirigente scolastica nel 2007 presso l’ IC F. Petrucci di Montecastrilli.da dove non si è più mossa fino alla pensione. Questa luunga permanenza ha favorito la costruzione di una comunità di pratiche che ha messo aa centro dell’agire professionale la ricerca tra pari e con gli alunni, in stretto rapporto con il territorio che è considerato un ponte tra gli interessi dei ragazzi e delle ragazze ed il corpo consolidato dei saperi. La collaborazione con le Avanguardie educative dell’Indire è stata molto generativa per la modifica degli spazi e la costruzione di strumenti organizzativi che hanno permesso l’elaborazione di un curricolo trasversale agito tra scuola e territorio e la costruzione di un patto di comunità. Nell’anno scolastico 2023- 2024 l’Ic Petrucci è diventato scuola polo nazionale delle Avanguardie. In pensione dal 1 Settembre 2024 è attualmente Ambassador di Avanguardie Educative per poter continuare a portare la sua esperienza come testimonianza per il cambiamento della scuola.
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