Valentina Bighignoli: i consigli ai prof di una ex studentessa con DSA

Il mio percorso scolastico  è stato pieno di difficoltà e fatiche infinite.

Le prime difficoltà si sono verificate nel momento in cui mi sono approcciata alla letto-scrittura e al calcolo. Il sistema scolastico imponeva tempi e metodi ben precisi i quali però sentivo non essere miei. Il mio modo di ragionare, di vedere era diverso rispetto a quello dei miei compagni e a quello che gli insegnanti erano abituati. Ho iniziato così a sentirmi diversa. Gli insegnanti mi riprendevano e ripetevano frasi come:”sei troppo lenta muoviti”, “ma ti svegli?!”, “sei intelligente ma non ti applichi”.

Qualsiasi attività ero lenta, impiegavo molto più tempo rispetto agli altri, facevo molti più errori ed errori diversi rispetto agli altri. Iniziavo a pensare di essere sbagliata e mi facevano sentire sbagliata (compagni e insegnanti). In 5 primaria ho ricevuto la certificazione di DSA, tutte le difficoltà hanno iniziato ad avere un nome. La difficoltà nella lettura? Ora si chiama dislessia. La difficoltà nel calcolo? Ora si chiama discalculia. E così per il resto.

Alle medie ho trovato insegnanti non preparati sulla tematica, convinti che fosse una scusa, che non fosse vero, che dovevo solo applicarmi di più. Docenti che non hanno provato e voluto aiutarmi, che mi hanno negato quanto previsto dalla L. 170 e dal mio PDP perché “non ne hai bisogno”, “non sei mica la più bella che riceve favoritismi eh studi come gli altri” ecc… Alle superiori fino alla 3 non è andata tanto diversamente. Dalla 3 in poi invece ho incontrato diversi docenti preparati, empatici e anche disposti al confronto ed imparare loro da me e io da loro. Con i docenti di 4 e 5 ho avuto un ottimo rapporto, hanno sempre creduto in me valorizzandomi e facendomi capire che non avevo nulla di sbagliato, non sono sbagliata e neanche un’aliena. Hanno creduto in me e mi hanno supportato nelle mie decisioni.

Nonostante tutto mi è sempre piaciuto andare a scuola, anche se era per me il posto che mi creava più malessere perché avevo una grandissima motivazione, la mia idea era “vado a scuola per imparare cose nuove e per realizzare in futuro il mio sogno, non devo mollare”.

Il consiglio più grande che posso dare agli insegnanti di alunni DSA è quello di parlare e confrontarvi sempre con loro e ricordare che anche se magari hanno la stessa caratteristica non vuol dire che sono tutti uguali, siamo tutti diversi e la strategia che per un alunno funziona non è detto che per l’altro funzioni.

Credete nei vostri alunni, supportateli. Non imponete MAI strategie o metodi, rispettate le loro difficoltà e cercate di capirle (altrimenti chiedete a loro). 

Valentina ha il blog la dislessia e un profilo Instagram dove racconta il mondo visto da una DSA

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