Gianluca Alberti: insegnare sostegno come autentica realizzazione di sè

Gianluca Alberti è un insegnante di ruolo di filosofia e storia nel liceo “G.B.Morgagni” di Forlì ma da qualche anno ha scoperto che la sua vera realizzazione è fare l’insegnante di sostegno, come ha raccontato ad Insegnanti al microfono. Si è laureato in filosofia e ha preso la cattedra di questa materia, ma ben presto si è accorto che l’insegnamento ad una classe non era proprio la sua autentica realizzazione. Infatti la gestione del gruppo, l’attenzione a tutti senza appiattire nè omologare, la valutazione che deve essere fatta a ciascuno in modo individuale, trasparente e corretto, era qualcosa che non rispondeva alle sue aspettative.

Così ha iniziato a fare sostegno, dove il rapporto è più personale e individualizzato, a servizio del gruppo ma partendo da un singolo alunno/a, la valutazione è più ampia e soprattutto non troppo legata alla disciplina in sè ma ad una serie di fattori che vanno dalla psicologia alla didattica. In questo modo anche la creatività e la fantasia didattica è maggiormente espressa.

Nel sostegno la relazione è molto più forte, anche più difficile ed impegnativa, ma più circoscritta.

Purtroppo il ruolo dell’insegnante di sostegno non è sempre e generalmente apprezzato e valorizzato nel mondo della scuola, sia dai colleghi delle discipline curriculari che dai dirigenti. Le norme legislative parlano di un ruolo importante per il singolo alunno/a ma anche per tutta la classe: inclusione è vista ad ampio raggio.

Secondo Gianluca Alberti il professore è solitamente lasciato troppo da solo, tutto è gestito individualmente mentre dovrebbe esserci maggiore cooperazione, anche supervisione su quello che viene insegnato e soprattutto sul rapporto docente-studenti.

Quest’anno la scuola ha approvato il progetto di uno sportello di orientamento per i ragazzi/e di 4^ e 5^, perchè spesso anche a questa età non hanno ancora capito cosa fare dopo la maturità.

Riguardo la scuola italiana, ritiene che sia molto bella la varietà della modalità dell’insegnamento, la libertà e una scuola aperta. Di contro, il sistema insiste troppo sulla valutazione e il nozionismo, non puntando molto sulle competenze.

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2 pensieri riguardo “Gianluca Alberti: insegnare sostegno come autentica realizzazione di sè

  1. Dopo anni di insegnamento sul sostegno e soprattutto nei corsi di specializzazione per il sostegno, Siss, TFA posso affermare con certezza che questo problema di isolamento, di non riconoscimento del ruolo del docente di sostegno lo si avverte soprattutto nei licei dove, mi dispiace dirlo, gli insegnanti sono concentrati più sull’insegnamento della loro disciplina che sugli alunni. Ora si parla molto di alunni Bes, con bisogni educativi speciali, bene questi bisogni educativi speciali possono essere anche momentanei dovuti a problemi familiari, personali, lutti, separazione dei genitori, quindi il docente non può pensare di insegnare semplicemente la propria disciplina senza considerare chi ha di fronte. Negli istituti professionali, dove si ha una concentrazione di presenza di alunni con problemi vari, il gruppo docente è più collaborativo e il docente di sostegno viene apprezzato e considerato sia per il lavoro che fa con l’alunno disabile ma anche per il suo ruolo di mediatore tra docenti e alunni e tra docenti e..docenti.. questa è ovviamente la mia esperienza.

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    1. Grazie Rosanna per la tua pertinente riflessione. Sono d accordo, al liceo c è molto individualismo del docente.
      Posso pubblicare il tuo post anche su mia pagina linkedin e Facebook?

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