
Il maestro Roberto non ha sempre fatto l’insegnante. Ha studiato ottenendo il diploma magistrale di scuola superiore e poi ha lavorato come agente di commercio. Ha raccontato ad Insegnanti al microfono che ad un certo punto ha sentito il desiderio di rispolverare il suo vecchio diploma per intraprendere una professione in cui “poter lasciare qualcosa agli altri”, come fa l’insegnante. Il suo lavoro commerciale non gli permetteva di ‘lasciare’, donare qualcosa agli altri. Così ha iniziato a fare il maestro proprio nella scuola dove lui andava da piccolo, l‘IC Ancona Nord. Per Roberto il maestro deve cambiare per forza il suo modo di fare didattica perchè deve corrispondere a modalità di apprendimento giuste per i bambini, che sono diversi tra loro e cambiano nel tempo.
Nel tempo poi ha maturato l’idea che nelle aule delle scuole italiane avvengono delle cose meravigliose ad opera di insegnanti appassionati e competenti. Da questa intuizione ha realizzato un blog maestro Roberto, dove appunto raccoglie, condivide, propone le tecniche, le metodologie, i materiali più diversi per aiutare gli insegnanti di ogni ordine e grado a rendere più interattive e partecipate le lezioni.
E’ molto appassionato e competente nelle tecnologie ma è altrettanto convinto che il digitale è un mezzo non il fine della didattica, non vi è diretta e automatica correlazione tra uso della tecnologia in classe ed efficacia di apprendimento. E’ ugualmente certo che l’insegnamento deve implicare le emozioni, ci deve essere un coinvolgimento emotivo.
Dal blog è nata anche la richiesta di formazione da parte di altri insegnanti e scuole, così ora è impegnatissimo nell’insegnare sia ai piccoli della scuola primaria che agli adulti-insegnanti. La sua idea, che cerca di trasmettere nei vari corsi, è quella di rendere gli studenti sempre più attivi per poter incidere maggiormente nella loro formazione.
Serve abituarli ad apprendere con qualcuno e non da qualcuno!
Infine, dando uno sguardo alla scuola italiana, maestro Roberto riconosce che è molto variegata, ha grande vitalità, figlia di numerose riforme nel tempo. Secondo il suo punto di vista, bisognerebbe introdurre anche alle scuole di secondo grado, le ore di programmazione, come alla primaria, in quanto è essenziale lavorare in team, collaborare e condividere fattivamente le finalità, le metodologie e le problematiche specifiche di ogni classe.
Oggi bisogna consolidare l’uso delle tecnologie, riconoscendo che il docente è il mediatore culturale della cultura degli studenti e non della nostra.