Mattia Sammarco: dall’università alla cattedra in pochi mesi

Mattia Sammarco ha concluso il suo corso di laurea in lettere classiche solo a Luglio 2021 e ad Ottobre è stato chiamato come insegnante Covid-19 in un liceo di Bustoarsizio, VA. Ha raccontato ad Insegnanti al microfono la sua fortuna di aver avuto l’opportunità di entrare in classe ancora fresco della laurea. Proviene dalla Puglia e da lì ha accettato senza esitazione l’incarico di insegnante di latino e greco. Nel suo percorso aveva due ipotesi di lavoro desiderato: come docente o nelle risorse umane. Fin dalla scuola superiore però la sua preferenza era per la scuola, avendo il desiderio di diventare un insegnante migliore di quelli incontrati come studente. Non è facile la sfida, ma ogni giorno cerca di dare il massimo e di essere per loro uno stimolo e un aiuto.

Secondo Mattia le materie letterarie servono a dare una prospettiva culturale, a crescere nella capacità critiche, a programmare il carico di lavoro secondo i tempi e gli obiettivi prefissati personalmente e dalla scuola, ad essere poliedrici e preparati a leggere in maniera completa, ampia, profonda i fenomeni storici e la società. La scuola dovrebbe aiutare gli studenti a conscere se stessi.

Oggi i ragazzi/e che hanno vissuto la fatica della pandemia, hanno certamente delle alcune dal punto di vista didattico e formativo, ma anche delle fatiche di relazione, di identità. Soprattutto gli adolescenti hanno subito maggiormente gli effetti negativi della chiusura, delle limitazioni, delle regole. Oggi comunque hanno tanta voglia di imparare, basta ascoltarli.

Mattia riconosce anche che oggi i giovani leggono poco, non c’è l’abitudine, anche se non è così nuova come situazione, perciò occorre stimolarli alla curiostià della lettura, senza costringerli.

La sua esperienza di insegnante cosiddetto Covid lo ha messo in una situazione un pò particolare, in quanto viene impiegato a fianco degli insegnanti curriculari, quasi una sorta di supplente perenne, per cui scopre al mattino quali saranno le sue classi e questo purtroppo non gli dà l’opportunità della continuità didattica, e quindi fa fatica.

Uscendo da pochissimo dall’università, sottolinea con amarezza che in effetti le discipline e strategie didattiche non sono presenti nel percorso universitario, non c’è nessuna attenzione a offrire corsi universitari specifici per l’insegnamento, sia di legislazione, che di didattica che di pedagogia. Così quando si entra nella scuola il primo giorno, sei lasciato solo. Devi sperare di arrivare in un Istituto con dirigente e colleghi attenti, organizzati e preparati per accogliere e accompagnare umanamente e professionalmente i nuovi colleghi.

Secondo la sua breve esperienza, nota che la scuola è troppo legata ai programmi, c’è poca elasticità ma offre una preparazione ampia ed eterogenea con una solida preparazione culturale, in grado di preparare ad ogni sfida della società.

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