
La prof.ssa Elena Caselli è insegnante di lettere al liceo e istituto tecnico salesiano sant’Ambrogio di Milano, ma è meglio conosciuta sul web e su Instagram con lo pseudonimo di Nerocrinita, perchè così la chiamava il suo vecchio professore di lettere in seconda media, così appassionato della sua materia che l’ha trasformata nel suo approccio allo studio. E’ una sorta di tributo a questo insegnante che le ha segnato la vita futura, per cui ha scelto di diventare insegnante di italiano, storia e latino.
Ha raccontato ad Insegnanti al microfono che un’altra esperienza l’ha segnata: nel suo paesino della Romagna come studentessa di liceo classico, fu invitata a leggere e spiegare la poesia di Leopardi “Canto di un pastore errante dell’Asia” durante una serata al chiaro di luna, un evento estivo. Questo le ha fatto capire definitivamente il suo futuro come insegnante.
Secondo Elena essere docente è un mestiere difficilissimo perchè deve coniugare diverse competenze e abilità. Sicuramente bisogna sapere la propria materia, poi occore avere delle buone capacità di comunicazione; non basta sapere la storia per saperla comunicare e trasmettere. Infine occorre una passione e capacità di relazione, altrimenti non riesci ad entrare in sintomia con i tuoi studenti.
La sua esperienza su Internet con la piattaforma di Instagram è nata durante il lockdown. Ha fatto diversi progetti didattici, come i podcast su spotify La parola errante e Sala prof. Con la chiusura improvvisa della scuola, ha attinto da altri profili di insegnanti che creavano e condividevano tante attività didattiche, in particolare tramite l’hashtag #teamdocenti, ha aperto il suo profilo chiamandosi Nerocrinita. Ha iniziato con dei post sui libri e sulle parole e poi sollecitata dagli alunni ha realizzato dei mini video su Tik Tok che poi trasforma in 60 secondi di cultura su suo profilo Instagram. Questi video, utilizzati per catturare e coinvolgere i suoi alunni durante il lockdown sono proseguiti e ancora oggi li utilizza in classe come attività di sintesi, di ricerca o di cooperazione. Anche il podcas è un altro strumento che la professoressa utilizza per fare attività di cooperative learning, facendo ascoltare in classe agli alunni una poesia con il proprio smartphone e poi rispondendo a domande, quiz o altro per la parte più formativa e valutativa. Un impiego della tecnologia in modalità attiva e critica per aiutare gli studenti a imparare con gioia e divertimento.