Vincenzo Pastore è insegnante di scuola primaria di religione cattolica, precario come tanti altri insegnanti, ma non per questo meno appassionato e motivato a coinvolgere i suoi piccoli alunni nelle sue lezioni. Qui la mia intervista completa su Insegnanti al microfono Il suo ruolo professionale è soprattutto legato alla piccola età dei suoi alunni e alunne che nella fase così delicata della crescita umana e scolastica hanno spesso bisogno di una figura adulta, quasi un padre o madre, per poter apprendere in maniera serena e positiva.
La sua esperienza di insegnante in una scuola del Sud, rivela la grande mancanza di adeguamento delle infrastrutture scolastiche. La necessità di modernizzare e adeguare all’oggi gli edifici, le aule, gli strumenti tecnologici.
Il perido di lockdown ha spinto ancora maggiormente la didattica in modo attivo e interattivo e in Vincenzo la spinta decisiva a scrivere il suo romanzo un pò autobiograico e un pò storico: “Adriatica ’98“, un racconto di un giovane pugliese che ripercorrendo una parte della statale 19, la più lunga d’Italia, rivive diverse esperienze. Un’occasione epr riflettere su tanti temi della giovinezza.