La scuola primaria dove insegna Silvia Granucci, nella vicina periferia di Lucca, l’IC Lucca quinto, offre il tempo pieno e soprattutto è la scuola senza zaino del fondatore di questo movimento, il dirigente Marco Orsi. La maestra Silvia ha raccontato ad Insegnanti al microfono la sua esperienza di queta impostazione che si ispira al metodo di Maria Montessori. Un approccio che coinvolge gli alunni sia nelle metodologie che negli spazi. C’è l’agorà, uno spazio di condivisione e collaborazione. Poi un utilizzo molto ampio dei sensi e un grande lavoro sulla responsabilità e autonomia di ciascuno bambino e bambina. Ad esempio per il semplice fatto di andare in bagno, è posizionato un semaforo che deve essere gestito da ogni singolo alunno con i tempi e il proprio turno in riferimento agli altri non chiedendo l’intervento della maestra.
Tutta la scuola è senza zaino, chiamata così perchè nell’idea del fondatore la scuola era troppo piena e pesante, per cui doveva essere alleggerita.
Un aspetto molto importante dal punto di vista didattico è il fatto che il materiale e gli spazi sono condivisi, anche se con il Covid-19 purtroppo è stato tutto modificato e quasi annullato. Tutto è condiviso e quindi affidato alla responsabilità. Inoltre la scuola senza zaino è fortemente differenziata, per cui l’attività didattica della classe è molto flessibile e organizzata anche in gruppi diversi, cosicchè la maestra può gestire attività diverse in contemporanea, stando soprattutto a coordinare gli alunni.
La formazione di Silvia è stata inizialmente orientata all’impresa, in quanto laureatasi in Economia e Commercio per poter lavorare nell’azienda di famiglia, che ha seguito per diversi anni. Poi per motivi personali si è avvicinata alla scuola recuperando il suo diploma magistrale e integrandolo con ulteriori specifici percorsi formativi. Così si è innamorata dell’insegnamento, della relazione con i bambini, e porta in classe tutta la sua esperienza anche del settore e dell’impostazione imprenditoriale.
Il suo segreto è quello di appassionare e far sorridere e divertire i suoi alunni, che per loro significa concentrazione, impegno, passione, e risultati.
La scuola senza zaino, lavora a classi e porte aperte. Lei ha trovato una scuola troppo rigida e impacchettata. E troppo spesso un atteggiamento di lentezza da parte di alcuni insegnanti, che diventa pigrizia, poca responsabilità, poca efficienza.
Secondo Silvia manca nella scuola il momento di valutazione dei docenti. Si valutano gli studenti ma nessuno può giudicare l’operato, sia in classe sia tra colleghi, per migliorarlo e stimolarlo.
Fa parte anche del team della Scuola digitale e ha realizzato spettacoli ed eventi con il territorio con una forte collaborazione e aiuto da parte delle famiglie.
Dando uno sguardo alla scuola italiana, la maestra Silvia sottoililnea come risorse positive sia gli insegnanti che i dirigenti, dove si trovano tante persone appassionate, coinvolgenti, preparati.
Invece in negativo c’è il sistema scolastico che non funziona e troppe volte l’insegnamento è una seconda scelta o è utilizzato e pensato come un ammortizzatore sociale. Non c’è una vera autonomia, è solo apparente. Infine il percorso formativo universitario non è pienamente adeguato e orientato all’insegnamento, troppa distanza e distacco.