
Gabriele Benassi ha sempre desiderato un lavoro che lo mettesse in relazione con le persone, per costruire qualcosa di utile per sé e per gli altri. ha raccontato al podcast Insegnanti al microfono che fin da giovane si immaginava giornalista o insegnante, anche grazie alla presenza, nella sua famiglia, di figure di riferimento che lavoravano a scuola. Dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna, ha scelto la strada dell’insegnamento, trovandovi il modo migliore per esprimere la sua passione per la cultura e l’educazione. Insegna al liceo Galvani di Bologna, storica istituzione dove sono passati tra i banchi di scuola illustri personaggi come Pier Paolo Pasolini. Negli anni, Benassi ha collaborato con l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna e con il Servizio Marconi, un gruppo di docenti impegnati a sperimentare nuove metodologie didattiche e digitali. Ha anche lavorato come consulente del Ministero dell’Istruzione, esperienza che gli ha permesso di conoscere da vicino la varietà delle scuole italiane.
Dalla sua esperienza nasce una convinzione: il digitale non deve essere la copia della didattica tradizionale, ma un modo per ampliarla e renderla più efficace. Per questo, secondo Benassi, è importante collaborare tra colleghi condividendo esperienze e competenze, usare il libro di testo come strumento e non come punto di arrivo, progettare in modo che la valutazione diventi parte del percorso, coltivare la creatività e la lettura profonda attraverso attività autentiche, e creare ambienti di apprendimento coerenti con la didattica che si vuole realizzare.
In un tempo in cui l’intelligenza artificiale avanza rapidamente, Benassi ricorda che l’insegnante resta insostituibile quando sa costruire relazioni, empatia e creatività. È questo il modo per aiutare gli studenti di oggi a diventare cittadini autonomi e consapevoli di domani.
Scopri di più da Scuolanews
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.