
La dottoressa Anna Armone è fondatrice e direttrice editoriale della rivista trimestrale di Scienza dell’Amministrazione Scolastica, dal 2007. Ha raccontato al podcast Insegnanti al microfono, come è nata questa importante pubblicazione: durante la sua esperienza al Dipartimento della Funzione Pubblica e sulla base degli studi con il professore Massimo Severo Giannini. Ha pensato di proporre un luogo di riflessione e approfondimento sulla scienza dell’amministrazione applicata alla scuola, un ambito unico e complesso dove si incrociano diritto, didattica, pedagogia e organizzazione. Secondo Armone la situazione legislativa ed organizzativa della scuola italiana è un ‘unicum’ ma nel senso negativo.
Ogni ministro sente il desiderio di aggiungere qualcosa al già ingolfato e complicato sistema scolastico, proponendo nuove idee, riforme, iniziative che spesso non fanno che aggiungersi all’esistente non per semplificarlo e migliorarlo ma per appesantirlo e creare confusione normativa e nell’organizzazione didattica. Ad ogni Ministro una bandierina da mettere nel proprio curriculum. La scuola, secondo Armone, è un’amministrazione pubblica ma non può essere in toto accomunata alle altre parti e ambiti della funzione statale, occorre una modalità e un approccio specifico, in quanto la scuola è unica e diversa. Bisogna scegliere tra l’attuale modello collegiale e un modello datoriale che vede attribuito al dirigente scolastico un vero potere, nel senso di poter intervenire anche direttamente nella parte didattica. Attualmente il profilo dirigenziale prevede funzioni compatibili con la presenza degli organi collegiali, dunque, coordinare, attivare i processi, gestire e sostenere nei limiti del rispetto della libertà di insegnamento e delle competenze attribuite agli organi collegiali.
Il docente dovrebbe conoscere le strutture normative generali che governano la scuola e la propria azione. Solo così potrebbe incidere di più e meglio nel miglioramento del sistema. Il procedimento valutativo è lo strumento principale con cui oggi si cimentano i docenti e che costituisce il fulcro dell’azione amministrativa e didattica. Ma affinché esso raggiunga davvero gli obiettivi di missione della scuola occorre che i docenti siano riconosciuti titolari di una funzione sociale fondamentale per lo sviluppo del Paese che deve prevedere, a questo punto, anche uno nuovo sviluppo della carriera. Il procedimento valutativo deve essere sostenuto da un’organizzazione della didattica efficace.
I punti di riforma generale da affrontare sono tanti, ma è la volontà politica che deve muoversi, partendo da una visione globale del sistema amministrativo dell’istruzione entro il quale la scuola non è che un ingranaggio.
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