
Intervisto il maestro e giornalista Alex Corlazzoli mentre lui guida l’auto durante uno dei suoi tanti viaggi in giro per l’Italia. Si è definito al podcast Insegnanti al microfono un maestro ma anche un giornalista, che voleva diventare prete per aiutere gli altri, e viaggiatore, perchè la vita è un viaggio. Nasce come giornalista, per raccontare e incontrare le persone, ma col tempo il mestiere è diventato sempre di più un lavoro dietro la scrivania e lo schermo di un PC. Così ad un certo punto ha pensato di rispolverare il suo diploma di scuola magistrale ed è diventato maestro, valorizzando perciò la sua carica relazionale, la sua forte empatia, la voglia di cambiare il mondo e soprattutto di fare qualcosa di buono per gli altri e per il futuro.
Ama fare il giornalista per dare voce a chi non ha voce, non a chiè potente o a chi già può farsi sentire. La scuola per lui è l’occasione più bella per divertirsi con i bambini insegnando qualcosa di importante.Come diceva Rodari è fondamentale insegnare divertendosi. Lui ama provocare, non tace di fronte alle ingiustizie e all’ipocrisia istituzionale. Per questo non è un maestro e collega facile, perchè non è uno che abbassa il capo e la voce di fronte all’autorità, alla consuetudine o al ‘così fan tutti’.
Secondo Alex la scuola è morta! Lo è per colpa dei Dirigenti Scolastici e dei docenti perchè sono diventati cordardi e indifferenti al cambiamento, sono silenti verso tutto ciò che andrebbe cambiato e migliorato.
Si definisce un ‘disturbatore‘ delle frequenze radio tra DS e insegnanti. Verso i genitori ha un atteggiamento altrettanto schietto e dice che sono come il vino: dipende dalle annate. Ci sono quelle buone e quelle cattive. In ogni caso preferisce i genitori che parlano e criticano piuttosto che quelli indifferenti e distaccati.
Il maestro critica duramente le politiche scolastiche che non vanno a fondo delle ragioni della dispersione scolastica e delle bocciature. Questo è il segnale di una scuola morta. Alza la voce chiedendo chi si cura di questi giovani che lasciano la scuola e si perdono. La scuola deve chiedersi come recuperarli e coinvolgerli nel percorso formativo.
E’ duro anche con la struttura della scuola dove gli organi collegiali non funzionano, in quanto il DS è un monarca assoluto che si attornia di ‘yes man’ e non lascia nè coltiva quella sana e responsabile autonomia.
In tanti anni ha cercato diverse vie e strumenti per cambiare la scuola, adesso è stanco e sfiduciato.
Secondo Alex l’unico modo per cambiare la scuola è protestare e indignarsi. Solo così si può avere la forza di modificare un sistema ingessato, vecchio e inadeguato.
Una delle ricette è quella di cambiare i DS, mettendo dei pedagogisti e non dei burocrati che si chiudono nei loro uffici.