
Marco Lambertucci insegna presso l’Istituto paritario “Divina Provvidenza” di Roma, un istituto che accompagna dall’infanzia fino alla scuola secondaria. Ha condiviso ad Insegnanti al microfono la sua esperienza di insegnare Religione in una scuola paritari e anche con un ruolo nel sostegno. Ha sempre avuto il desiderio di insegnare Religione in quanto la reputa una disciplina molto bella, utile e stimolante.
Potrebbe sembrare che insegnare in una scuola cattolica paritaria sia una scelta più facile. Pur avendo la totalità degli studenti in classe, in quanto tutti scelgono di avvalersi, non sempre i motivi sono così “nobili”. Può succedere infatti che molte famiglie scelgano la scuola paritaria perchè sperano e desiderano seguire meglio i figli, poter partecipare maggiormente alla vita della scuola, e in qualche modo ‘incidere’, per non dire ‘influenzare’, le strategie e le modalità di vita della scuola. Non a caso il ‘potere’ delle famiglie che scelgono la scuola paritaria dando una cospicua somma di denaro per l’iscrizione, può diventare un’arma pericolosa per il corpo docente, che può sentirsi ‘ricattato’ dalle famiglie stesse.
Il prof. Lambertucci vive la scuola come una missione importante di aiuto alla crescita, allo sviluppo umano e culturale dei ragazzi e ragazze. Crede che anche la Religione possa dare un valore aggiunto e importante all’identià e alla formazione umana. Riferendosi al santo papa Giovanni Paolo II l’insegnante aiuta a formare persone libere, ricche di umanità, capaci e costruttori di solidarietà e pace. Certo in una scuola paritaria è più agevole come prospettiva.
Essere in una scuola paritaria, poi, non vuol dire avere sempre e solo famiglie benestanti. In una metropoli grande come Roma, la varietà di tipologia sociale ed economica delle famiglie è ampia e diffusa.
La scuola paritaria ha il vantaggio di avere un bacino più ristretto, e quindi vivere maggiormente la dimensione comunitaria. Si parla molto di comunità educante per cui non solo gli insegnanti ma anche le famiglie e il resto del personale della scuola.
Marco apprezza molto la curiosità dei bambini, in tutti gli ambiti, e quindi anche nella Religione si pongono domande primordiali, basilari che aiutano anche gli adulti a pensare e riflettere. La interdisciplinarietà con l’arte, la letteratura, la storia, per cui è tutto in armonia con il sapere. Questo intreccio ha portato l’Istituto ad un nuovo progetto per cui ci saranno nel futuro due ore di Religione, proprio a sostegno di un approccio ampio e intrecciato delle discipline.
La disciplina di Religione è un utile strumento interdisciplinare, capace di ‘agganciarsi’ a tante altre materie e con l’opportunità di trasmettere valori umani importanti.
Ha fatto anche il referente Covid-19 e questo gli ha permesso di avvicinarsi a tante famiglie, di conoscere molte situazioni diverse e dimostrare la vicinanza della sua scuola alle necessità e difficoltà delle persone.
Marco riconosce che purtroppo oggigiorno la scuola paritaria viene scelta soprattutto per il criterio economico. E’ una discriminante importante e ingiusta.