Il prof. Roberto Cetera, ascoltato ad Insegnanti al microfono, conclude la sua esperienza educativa scolastica a Giugno 2021 per proseguire una nuova avventura come giornalista all’Osservatore Romano. Insegna Religione cattolica al liceo Orazio di Roma con passione e competenza per cercare di suscitare curiosità intellettuale ai suoi studenti. Secondo lui la scuola dovrebbe non tanto riversare semplici e freddi contenuti disciplinari ma offrire stimoli per rafforzare la curiosità e la sete di sapere, di conooscere, di approfondire la vita, il mondo, la partecipazione alla vita culturale.
Cetera è convinto che l’insegnante debba avere una forte dose di umiltà. Non esiste il docente perfetto nè ideale. Si impara soprattutto lavorando con gli studenti e i colleghi. La relazione è fondamentale perchè la scuola è relazione, non solo contenuti. L’ora di Religione è una ambiente molto idoneo per realizzare una delle metodologie didattiche più antiche ed efficaci: la narrazione, o detto in inglese odierno storytelling. L’insegnante dovrebbe essere un cantastorie, nel senso nobile del termine, un professionista che sa raccontare la vita e l’uomo.
Cetera è anche un provocatore che dice ai suoi colleghi quanto sia pericolso per i docenti dimenticarsi di essere stati degli adolescenti, di aver vissuto le fatiche e i drammi di una crescita umana che quest’anno di pandemia ha visto una dinamica e degli ostacoli totalmente nuovi ed imprevisti.
Punzecchia i suoi colleghi sulla valutazione come strumento riguardante non solo il singolo studente e studentessa ma lo stesso insegnante, in quanto il merito o la bocciatura di un alunno e alunna è responsabilità anche dell’insegnante stesso. Secondo lui quindi un bravo insegnante dovrebbe riuscire a promuovere sempre e tutti i suoi studenti, aiutarli a trovare la propria strada e le proprie potenzialitàe capacità.