Rita Coccia: Ambassador di AE e l’innovazione con aule disciplinari

Laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche Rita Coccia ha raccontato al podcast Insegnanti al microfono che inizia negli anni ’80 il suo lavoro come ricercatrice ma il padre insiste perchè diventi insegnante per avere un futuro più stabile e sicuro. Così fa e vince il concorso e si ritrova subito nel mondo della scuola, in un contesto sfidante e faticoso come quello del suo primo incarico presso un IPSIA. Difficile coinvolgere, motivare, far studiare i ragazzi, per questo accetta la sfida e inizia a pensare metodi e strumenti innovativi. Da quella esperienza ne esce più convinta che mai che la scuola ha bisogno di innovarsi e adeguarsi ai tempi. Cambia scuole ma resta il suo atteggiamento positivo e appassionato. Dopo alcuni anni come insegnante diventa collaboratrice del preside e quindi diventa quasi naturale cogliere anche la sfida di accedere tramite concorso a preside e dirigente scolastica con l’idea che in quel ruolo si possa incidere meglio e più a lungo nel sistema scolastico.

Sperimenta diversi approcci didattici ma soprattutto nel 2012 il metodo delle aule disciplinari, per cui ogni dipartimento ha un’aula che viene attrezzata con appositi mobili, strumenti e apparecchiature proprie di quella disciplina specifica e gli alunni si muovono da un’aula all’altra secondo la scansione oraria. Per migliorare la scuola, introduce le esperienze all’estero, tramite i progetti Comenius (prima) ed Erasmus (poi), che danno un respiro ampio e fresco agli insegnanti, agli studenti e anche alle rispettive famiglie. Naturale che nel 2014 Indire inviti lei e la sua scuola, ITTS Volta di Perugia a fondare il Movimento di Avanguardie Educative, insieme ad altre 21 scuole d’Italia. Da lì la rete cresce e il supporto sempre più ampio per portare innovazione nelle scuole italiane. I 7 punti del manifesto di Avanguardie Educative è ancora attuale e nonostante sia in pensione dal 2021 è ancora attiva nella formazione nelle scuole, come Ambassador di AE e referente di due scuole polo, una in Sardegna e una nel Lazio.

Secondo la sua lunga e varia esperienza, coglie ancora tra i docenti tanta voglia di innovarsi anche se questi cambiamenti sono a macchia di leopardo nel territorio nazionale, per cui bisognerebbe diffonderle e distribuire questi approcci a tutte le scuole e non solo a quelle più ‘fortunate’ che hanno insegnanti o dirigenti più ‘illuminati’.


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